Come esseri umani siamo portati, per natura, a cercare gli altri, a entrare in contatto e a stabilire delle relazioni (amicali, affettive, lavorative). Infatti, il nostro comportamento e la nostra identità sono strettamente interconnessi al rapporto che abbiamo con gli altri.
Purtroppo, può capitare che per periodi più o meno lunghi, problemi affettivi e relazionali condizionano in maniera significativa la nostra vita, andando ad influenzare le nostre relazioni, siano esse sociali, familiari o di coppia. Le persone che ne soffrono (che possono essere bambini, adolescenti o adulti, seppur con manifestazioni diverse) hanno delle ricadute sulla loro quotidianità, con conseguenze che riguardano l’ambito comunicativo, emotivo e relazionale.
La persona con problemi affettivi e relazionali può provare disagio ad entrare in contatto o a comunicare le proprie emozioni, può essere fortemente sensibile al giudizio degli altri e per questo, pur di non soffrire, come modalità difensiva utilizza la chiusura, può percepire un senso di inadeguatezza anche davanti a compiti che fino a poco prima le risultavano banali o che comunemente sono considerati ordinari e, pur desiderando entrare in contatto con gli altri, ha paura a relazionarsi con l’esterno o a costruire dei legami.
Inoltre, possono esserci altre manifestazioni che mettono in evidenza le difficoltà che la persona sta vivendo come, ad esempio, stati d’ansia o depressivi, stress, disturbi del sonno, sintomi psicosomatici, paure immotivate o isolamento, insicurezza e scarsa autostima.
Può accadere che queste difficoltà vengono sottostimate e per questo non trattate, bisogna però considerare come esse causano una significativa sofferenza per il soggetto e per le persone che lo circondano, così come possono influenzare in maniera significativa il suo funzionamento lavorativo, scolastico, sociale e altre aree importanti della sua vita.
In queste situazioni intervenire è fondamentale, affinché la situazione non peggiori e non si sviluppino problemi di maggiore gravità (come, ad esempio, disturbi dell’umore o disturbi d’ansia).
Quando la persona che ne soffre, o un suo caro, si rende conto della situazione, che crea un blocco e genera fatica, può chiedere aiuto ad un professionista.
Iniziando un lavoro terapeutico basato sulla fiducia e l’empatia la persona entra a contatto con le proprie emozioni e le proprie paure, imparando a conoscerle e a fronteggiarle, con il fine di ritrovare un benessere personale ma anche di coppia, familiare e relazionale.
Insieme al lavoro con uno psicologo o uno psicoterapeuta riuscirà a comprendere più attentamente la fonte del suo disagio, per poi tornare a relazionarsi con il mondo esterno in maniera adeguata, consapevole e spontanea, a desiderare e a progettare.