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Disturbi di personalità


I disturbi di personalità sono caratterizzati da modalità pervasive, inflessibili e costanti di pensiero, percezione, reazione e relazione che causano un disagio clinicamente significativo o una compromissione (da moderata a grave) nel funzionamento del soggetto e, di conseguenza, compromettono la relazione con le persone care.

Disturbi di personalità

Solitamente, i disturbi di personalità emergono in adolescenza o all’inizio dell’età adulta e influiscono sulla vita del soggetto in quanto condizionano il suo modo di pensare, di mettersi in relazione con gli altri, i comportamenti e gli agiti, come anche la sua la quotidianità e quella dei suoi familiari e amici. I disturbi di personalità non possono essere considerati normali per la fase di sviluppo o l’ambiente socioculturale del soggetto e non dipendono dall’uso di sostanze, farmaci o altre condizioni mediche.

Le persone con disturbi di personalità difficilmente sono consapevoli che il loro pensiero o i propri modelli di comportamento sono inappropriati e disfunzionali. Solitamente, non chiedono l’aiuto di uno specialista e quando lo fanno è perché si rendono conto della sofferenza causata dalle conseguenze dei loro comportamenti o perché incoraggiati da altri, come ad esempio familiari, partner o inviati da altri professionisti.

Bisogna sottolineare che i disturbi di personalità non sono un capriccio o una rigidità del soggetto portatore dei sintomi, ma una vera e propria patologia che va compresa e trattata in quanto tale.

I professionisti devono quindi aiutare il paziente a riconoscere il problema e a comprendere che i propri tratti di personalità possono compromettere il benessere, le situazioni interpersonali e sociali.

Le caratteristiche e i sintomi variano notevolmente da disturbo a disturbo, essi possono essere presenti insieme ad altri disturbi psichiatrici. Alcuni disturbi rimangono stabili nel corso del tempo, mentre altri tendono a modificarsi.

L’ultima classificazione internazionale dei disturbi mentali (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-5) evidenzia 10 disturbi di personalità, divisi in 3 gruppi

Nel primo gruppo, il cluster A, troviamo:

–        Disturbo paranoide

–        Disturbo schizoide

–        Disturbo schizotipico.

I soggetti appartenenti a questo gruppo appaiono eccentrici, bizzarri, con la tendenza ad isolarsi

Nel secondo gruppo, il cluster B, troviamo:

–        Disturbo antisociale

–        Disturbo borderline

–        Disturbo istrionico

–        Disturbo narcisistico

I soggetti appartenenti a questo gruppo appaiono drammatici, emotivi e poco empatici.

Nell’ultimo gruppo, il cluster C, troviamo:

–        Disturbo evitante

–        Disturbo dipendente

–        Disturbo ossessivo-compulsivo

I soggetti appartenenti a questo gruppo appaiono ansiosi, paurosi e con scarsa autostima

Le persone con disturbi di personalità nella loro vita incontrano notevoli difficoltà tra cui, ad esempio, un’immagine di sé e degli altri stabile e coerente, difficoltà a creare o mantenere relazioni strette, incapacità a perseguire obiettivi. Può accadere la propria patologia non venga riconosciuta e, di conseguenza, accettata.

Quando il paziente inizia a rendersi conto delle proprie difficoltà la psicoterapia è assai utile, in alcuni casi essa può essere associata ad un trattamento farmacologico.

Un percorso psicoterapeutico, con un soggetto motivato al cambiamento, è utile per ridurre il disagio percepito, comprendere la propria patologia e conoscere in maniera più approfondita tutti i risvolti del disturbo, trovare strategie utili per ridurre i comportamenti disfunzionali e socialmente non accettati.

Il percorso psicoterapeutico in casi di disturbi di personalità è lungo, impegnativo ma sicuramente promettente.

Nel mio lavoro, che consiste in un’attenta valutazione del caso con una progettazione specifica dell’intervento a seconda della situazione e del disturbo, non mi concentro unicamente sulla remissione dei sintomi ma anche sulla comprensione dei modelli alla base del comportamento problematico e l’identificazione di modelli alternativi e funzionali. In questo lavoro i pazienti imparano a conoscere e riconoscere se stessi, le loro relazioni e i loro comportamenti.