L’esperienza adottiva rappresenta un evento complesso che dura tutta la vita e coinvolge i membri dell’intero sistema familiare.
Si può considerare l’adozione come un processo trasformativo che investe tutti i membri della famiglia, piuttosto che, come spesso accade, un evento riparativo che neutralizza quanto avvenuto in precedenza. Quanto vissuto, sia dai genitori che dai figli, a prescindere dall’età di ingresso in famiglia e dal Paese di provenienza, va integrato, rielaborato, per far sì che non diventi un segreto ma, piuttosto, una risorsa per l’intero nucleo.
L’adozione affonda le sue radici in una doppia mancanza: da un lato la mancanza dei genitori riguardo la maternità e paternità (ad esempio, in situazioni di infertilità/sterilità o impossibilità ad averne nonostante siano presenti altri figli biologici), dall’altro la mancanza di una famiglia per il bambino. L’adozione nasce dall’incontro di queste due carenze che possono divenire una risorsa l’una per l’altra.
L’arrivo del minore, dopo un’attesa che può essere prolungata e quindi carica di incertezza e instabilità, e l’accoglienza nella nuova casa segna una fase importante per la famiglia: il passaggio da diade coniugale a triade familiare. Tutti sono chiamati ad adattarsi alla nuova situazione, è importante che il bambino o ragazzo (o anche più di uno) sia sostenuto dalla famiglia e dalla società nel suo inserimento. In questa fase al figlio adottivo sono richiesti degli adattamenti importanti: alla nuova famiglia, al contesto, ma soprattutto al nuovo status di figlio; per far questo è importante che il minore si confronti con il proprio passato e con i propri genitori biologici (reali o immaginati nel caso in cui non siano stati conosciuti) e che la famiglia lo sostenga in questo.
Tutti i membri del sistema familiare dovrebbero continuare a costruire la propria storia senza un “taglio netto” con il passato, altrimenti si creerà una famiglia senza memoria, senza una continuità. Appare importante, quindi, l’integrazione delle storie dei vari membri del nucleo, sarà importante arricchire il racconto della propria famiglia con quanto si sa delle famiglie biologiche dei figli adottati, compresi i genitori biologici. Queste figure e queste storie avranno inevitabilmente un’importanza fondamentale, seppur fisicamente assenti, per tutti i componenti della famiglia adottiva.
Chiaramente ogni famiglia è a sé, ha i propri tempi e le proprie modalità, per cui il racconto dovrà tener presente delle storie personali, delle età, delle esperienze di ciascuno, per questo è importante che avvenga tenendo conto queste caratteristiche.
L’adozione è un processo il cui esito non è scontato, ma dipenderà da come i suoi attori, famiglia adottiva e bambino adottato, sapranno elaborare ed integrare le reciproche mancanze, dando vita ad un progetto comune.
Alcuni momenti di passaggio successivi, come l’adolescenza o la genitorialità per una persona adottata, possono essere momenti impegnativi. Le persone adottate e le loro famiglie devono integrare due origini diverse: quella legata alla famiglia biologica e quella legata alla famiglia adottiva. Spesso la paura di ferire crea blocchi o rifiuti, sarebbe importante, invece, andare a comprendere i vissuti dolorosi di tutti, rileggere le esperienze passate unendole a quelle presenti, per dar vita a scenari futuri condivisi e chiari.
Nelle varie fasi del ciclo di vita ciascun membro del sistema familiare deve riuscire a ridefinire la propria identità, con una trasformazione dei ruoli e delle dinamiche dell’intero sistema familiare, bilanciando la separazione (tematica assai specifica per queste famiglie poiché può capitare che la relazione costruita venga messa in discussione) e l’appartenenza.
Risulta fondamentale, quindi, prestare attenzione a tutti questi processi che, talvolta, possono rivelarsi complessi.
Come sappiamo lo scopo di una famiglia è quello di consentire il processo di individuazione di ciascuno dei propri componenti, scambiarsi affetto, essere di supporto l’uno per l’altro.
In questa direzione il lavoro di una famiglia adottiva è sicuramente complesso.
Tutti i membri della famiglia: bambini, adolescenti e genitori, possono essere aiutati e supportati, qualora lo ritenessero opportuno, in momenti particolarmente impegnativi e critici.
Un percorso terapeutico, infatti, può favorire il processo di transizione che va a sostenere ed ampliare la comunicazione aperta tra tutti i membri, la comprensione delle richieste dei propri cari, l’elaborazione dei propri vissuti ed il supporto reciproco, in un clima di di fiducia e sicurezza.